I CLIC DI CESCHI SU “LA REPUBBLICA”

Luigi Bolognini-La Repubblica, September 24, 2014_easy

A pagina XVIII di La Repubblica Milano, il collega Luigi Bolognini spende belle parole per l’imminente inaugurazione di So Close/Così vicino. Una gradita sorpresa l’incipit del pezzo di Bolognini con la menzione di Umberto Eco che fu, nell’immediato secondo dopoguerra, allievo di una delle mie nonne, la professoressa Giuseppina Malfatto.

SO CLOSE/ COSI’ VICINO a cura di Federico Ramponi
OPENING: Mercoledì, 24 settembre 2014, dalle ore 18.30 alle 21.30, presso la galleria AREA 35, via Vigevano 35, MILANO

IL FOTOGRAFO SI RACCONTA AL CURATORE

On the Stairs, Paris, Paris , April 2013

On the Stairs, Paris , April 2013 [by EJ, Canon EOS 1100D]

FEDERICO RAMPONI – Cosa ti ha spinto a provare per la prima volta a scattare una fotografia?

MATTEO CESCHI – Uhm… ricordo bene una vecchia Carl Zeiss. La sua custodia di pelle colore marrone caldo e il mirino ad ago. E la voglia di emulare gli adulti, mio padre in particolare, che fino a qual punto, i miei otto anni, direi con quasi assoluta certezza, si era incaricato di ritrarre noi altri della famiglia. Gli albi di famiglia zeppi di foto in bianco e nero e gli scatti a colori, i caldi colori delle pellicole degli anni Settanta, di mio zio a Bali.

FR – Cosa cerchi nella foto che stai per scattare?

MC – Un’espressione, un gesto, una postura, un guizzo di umanità che mi risulti, sembrerà strano dirlo, in qualche modo familiare. Cerco nell’altro quelle piccole e naturali imperfezioni che vedo allo specchio quando sono sufficientemente sveglio. Lo sconosciuto, così, non è in fin dei conti un assoluto estraneo.

FR – Quando una fotografia ti emoziona?

MC – Sempre, anche quando non è buona. La quotidianità è fatta di alti e bassi, la fotografia non fa altro che seguire, attraverso la curiosità del fotografo, questo andamento vitale.

FR – Cosa nasconde di te un tuo scatto?

MC – Una singola e sfuggente impressione del mio umore. Ma forse sarebbe meglio rivolgere la domanda a quel ristretto manipolo di persone, familiari e amici, che mi conosce a fondo.

FR – Come è nata So Close/Cosi Vicino?

MC – Ho ascoltato – in tutta confidenza, non mi capita così di sovente –  gli amici che si scaldavano a intermittenza per alcuni dei miei scatti “street”. In particolare Grant, Grant Rasheed, un caro amico australiano che si occupa da anni di diffondere nel mondo la bellezza onirica della cultura aborigena e oceanica. È grazie a lui che sono entrato in contatto con Giacomo, il fondatore di AREA35. Un grande incoraggiamento è venuto dalle conversazioni con Valentino Visentini, fotoreporter freelance di Toronto, con cui ho condiviso gli anni scalmanati dell’università e che, proprio grazie alla comune passione per la fotografia, ho ritrovato dopo 15 anni.

FR – Quale foto avresti voluto scattare?

MC – Sarò rapace nel rispondere e alquanto spudorato! Uno qualsiasi degli scatti di Robert Capa.

SO CLOSE/ COSI’ VICINO a cura di Federico Ramponi
OPENING: Mercoledì, 24 settembre 2014, dalle ore 18.30 alle 21.30, presso la galleria AREA 35, via Vigevano 35,  MILANO

UNA SETTIMANA A SO CLOSE/COSÌ VICINO

So Close-Così vicino presentazione_easy

MATTEO CESCHI (1974) è milanese. Come giornalista musicale, ha scritto negli anni per le principali riviste del campo ed è tra i fondatori di una testata on-line dedicato alla indie music. Ha cominciato con le foto dei solisti e delle band, ma anche dei buskers colti mentre suonavano per strada, scoprendosi interessato allo studio di carattere, alle espressioni del viso e alle posture più che all’immagine oleografica del chitarrista rock in posa. Il passaggio alla sua versione della street photography è venuto spontaneamente anche se un po’ per volta.

SO CLOSE/COSÌ VICINO

a cura di Federico Ramponi

24/9 – 2/10 2014
AREA 35, via Vigevano 35, Milano

SO CLOSE/COSÌ VICINO anche su, http://www.mymi.it/info/5602/so-close-cosa-vicino

SO CLOSE/COSÌ VICINO

So Close-Così vicino poster DEF_easy

MATTEO CESCHISO CLOSE /COSÌ VICINO
a cura di Federico Ramponi

24/9 – 2/10 2014
AREA 35, via Vigevano 35, Milano

“There are people so dear…”, in questa semplice ed efficace strofa inedita di Jimi Hendrix è racchiusa la mia filosofia. Quando sono dietro l’obiettivo – a essere sinceri, al momento dello scatto mi ritrovo sempre al di là – mi dimentico spesso di cosa stringo tra le mani calamitato inesorabilmente verso l’altro, il possibile soggetto della mia foto. Una curiosità umana, azzarderei pasoliniana, mi dà il coraggio sufficiente di osare e di applicare quella leggera pressione sul pulsante dello scatto. D’altronde, cosa c’è di più naturale che raffigurare un proprio simile nella speranza di ritrovare nell’altro espressioni a noi così connaturate da risultare scontate?

“There are people so dear…” – This simple, forceful, verse from Jimi Hendrix’s May I Whisper in Your Ear says it all for me. When I’m behind the lens – to tell the truth, at the click itself, I’m always way out beyond – I often forget what I’m holding in my hands, drawn to the magnet Other, the possible subject of my photo. Human (even “Pasolinian”) curiosity, makes me brave enough to dare; to apply that light pressure to the button. Still, what is more natural than portraying your fellows in the hope of finding in another an expression so “yours” as to feel a fleeting “Yes, of course!”.

Graphics: Tommaso Ceschi & Francesca Delvigo

SO CLOSE/COSÌ VICINO

area35_easy

 

MATTEO CESCHISO CLOSE /COSÌ VICINO

24/9 – 2/10 2014
AREA 35, via Vigevano 35, Milano

La vicinanza è un punto limite al di qua o al di là del quale i significati della quotidianità cambiano radicalmente. Il tema è più complesso e multidimensionale di quanto sembri. Ogni scelta, ogni istante, ogni idea può dare una svolta profonda al senso della vicinanza e l’obiettivo ha il delicato compito di fissarlo per sempre mentre l’inquadratura deve avere la fortuna di racchiuderlo in una narrazione essenziale e perturbatrice. Curare una sintesi di questi istanti significa frapporsi tra la fisicità della passione del fotografo e le impalpabili aspettative del pubblico, significa tagliare con dolcezza e cura il cordone ombelicale dell’intero pensiero di un artista e consegnarlo nelle mani di chi ne deciderà la crescita. So Close/Così vicino nasce per questo gesto estraneo, cruento e al tempo stesso premuroso, compiuto affinché leggeri inconsapevoli attimi dialoghino con racconti così profondi da rimanere eternati in un’unica memoria.

“Close” is a balancing point beyond which the significances of the daily alter radically. The theme is more complex and multidimensional than it may seem. Each choice, each instant, each idea, can produce a deep change in the feeling of closeness; and the lens has the delicate task of fixing an absolute, while the framing must have the fortune of holding it within an essential and unsettling narrative. Constructing a series of fixed instants suggesting a synthesis means coming between the material fact of the photographer’s emotion and the impalpable expectations of the public; it involves cutting delicately and carefully the symbolic umbilical cord linking the image to the whole ethos of an artist and putting that image into the hands of those who will decide its independent life. The show So Close/Così vicino was born with just such an external – at once harsh yet respectful – action of choice, so that intuitive, fixed, moments can flow together into a narrative so deeply rooted as to become part of a unified memory.

Federico Ramponi (curatore della mostra fotografica)

PER INFO: http://www.area35artfactory.com